Grazie alla sua conformazione geologica, il Giappone ha un enorme numero di sorgenti termali ed uno altrettanto grande di centri attrezzati. Questi, in giapponese Onsen, sono bagni riscaldati geotermicamente grazie a fenomeni di natura vulcanica e si differenziano dai Sento, bagni pubblici, nei quali l’acqua viene prelevata dal sistema idrico pubblico e riscaldata artificialmente. Spesso gli onsen sono indicati sulle mappe o per strada con il simbolo ♨, con il kanji 湯 di acqua calda oppure la sua pronuncia in hiragana ゆ “yu”, leggibile anche dai bambini. Le stazioni termali hanno sia vasche interne che esterne e possono essere pubbliche o private in camera, generalmente gestite da un ryokan, un hotel in stile giapponese, ma accessibili anche per uno stop di qualche ora. Queste vasche sono divise per sessi, anche se fino all’epoca Meiji i bagni erano in comune, e a volte se ne possono trovare alcune a tema. C’è anche un altro tipo di vasca apposita per immergere i piedi, questa è chiamata Ashiyu, utilizzabile senza dover pagare. Secondo molti le acque degli onsen hanno effetti curativi grazie al loro contenuto di minerali, inoltre la stessa struttura può avere diverse qualità d’acqua. Andare agli onsen è una delle tradizioni più diffuse ed amate del paese, non sono viste solo come luogo di relax ma anche di meditazione e socializzazione.

All’interno di questi bagni, sento od onsen che siano, bisogna attenersi a determinate regole. I clienti per poter accedere ai bagni devono spogliarsi e riporre i vestiti in appositi armadietti e prima di entrare nelle vasche, è richiesto di lavarsi e sciacquarsi per togliere le impurità dal corpo, poiché è considerata maleducazione immergersi saltando questo passaggio. Per questo motivo negli onsen sono presenti delle docce, o come misura minima per entrare, si dovrebbe usare uno dei catini a disposizione per versarsi addosso l’acqua per sciacquare almeno genitali e piedi. I bagni forniscono ai clienti dei piccoli asciugamani con cui coprirsi prima di arrivare nelle vasche, ma con i quali non ci si può immergere poiché c’è la convinzione che tutto ciò che non sia il corpo nudo sporchi l’acqua. L’ingresso nei bagni con costumi è severamente vietato in quasi tutti gli onsen, ma ce ne sono alcuni che offrono un atmosfera da parco acquatico, al cui interno l’uso è permesso. Nell’immergersi bisogna fare attenzione poiché la temperatura dell’acqua è considerevolmente alta, di solito si aggira tra i 38°C ed i 40°C, quindi si consiglia di entrare adagio e di non muoversi troppo una volta all’interno. Gli onsen sono considerati un luogo di relax per staccare dalla città, e proprio per questo è preferibile evitare chiasso o schiamazzi, generalmente permessi ai bambini. In Giappone l’accesso agli onsen, ma anche ai sento, è vietato a chi ha tatuaggi poiché è un simbolo di appartenenza alla Yakuza, la mafia giapponese. Eccezioni vengono fatte ai turisti che ne portano di piccoli, ma per chi ne ha di grandi, anche se turista, le regole rimangono inflessibili.

Certamente, sarà un’esperienza indimenticabile passare la notte in uno dei tanti Ryokan termali presenti sul suolo giapponese. Al vostro arrivo nella struttura vi sarà dato uno yukata, leggero kimono di cotone, che da quel momento vi accompagnerà per tutto il soggiorno, sia che vogliate entrare in vasca a rilassarvi sia per una semplice passeggiata nel villaggio circostante che durante la cena, servita secondo il caratteristico stile giapponese kaiseki. Dai ryokan che posseggono rotenburo, i bagni all’aperto, è possibile ammirare degli splendidi paesaggi.

In alcuni casi, specialmente negli onsen a tema, è possibile vestire lo yukata anche se non ci si ferma per la notte. Ci sono delle regole anche per la vestizione dello yukata. Spesso infatti per aiutare i clienti, specialmente i turisti stranieri, negli spogliatoi della maggior parte degli onsen sono appese alle pareti le istruzioni per vestire. Importante in questo procedimento è come si sistemano i due lati della veste prima di allacciare l’obi, un’apposita cintura di stoffa. Il lato sinistro si deve sovrapporre al destro durante la vestizione, poiché il contrario avviene in caso di funerale e quindi viene visto come mal auspicio.

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