Nuova notizia tra folklore e tradizione! 🧚‍♀️🎭

Lo yokai Amabie nella sua versione No-gaku.

Quest’oggi si parla di No-gaku, una forma di teatro tradizionale giapponese, e di uno yokai (mostro, spiritello) la cui fama si è diffusa per tutto l’arcipelago durante questa pandemia: lo yokai Amabie.

Durante il periodo di quarantena e sospensione dell’attività teatrale, il musicista Atsushi Ueda ha scritto una nuova pièce tutta in suo onore, che nel giorno 18 ha visto la sua prima prova sul palcoscenico.

La pièce

Il giovane interprete Yuichi Otsuki si è esercitato nelle danze secondo il libretto, la cui trama ricalca il mito legato a questo folletto.
Il protagonista vede in sogno lo Amabie e riceve da questo l’indicazione di riprodurre la sua immagine. Riproducendo in disegno poi l’aspetto dello yokai, come richiesto, ha fine la malattia che lo affliggeva.
Nell’offrire una musica di ringraziamento allo spirito, questo si palesa e danza al ritmo della musica.

Nella pièce No, lo yokai indossa una sopravveste di un vivido giallo per rappresentare il suo corpo che brilla nella luce lunare e un kimono elaborato con un motivo che ricorda le sue squame dorate. La maschera di donna ha gli occhi dorati per trasmettere luce e i capelli sono sciolti per dare un tono misterioso e mistico.

L’attore Yuichi Otsuki mentre si esercita in alcuni movimenti della danza sul palcoscenico tipico del No.
L’Amabie – le origini

La storia dei questo spirito risale a una incisione datata al 1846 che riporta i fatti e l’aspetto della creatura secondo la testimonianza dell’ufficiale a cui apparve. A seguito di diverse segnalazioni di una misteriosa luce in mare, un ufficiale si recò sul luogo per trovarvi una figura che si presenta come Amabie e offre all’uomo una profezia: seguiranno sei anni di raccolti abbondanti, ma allo stesso tempo si diffonderà una pestilenza; per proteggere il popolo, dovrà distribuire delle immagini del suo aspetto.
Detta questa profezia, lo yokai scomparve nel mare.

Una stampa che riporta l’aspetto dello yokai.
L’Amabie – oggi

Anche il ritrovato interesse per il folletto marino è stato allo stesso modo improvviso come la sua comparsa dalle onde, questa volta però tra i cinguettii di Twitter.
Nata dall’iniziativa di un negozio specializzato in illustrazioni di yokai durante il mese di febbraio, nel pieno della prima ondata del covid-19, il tweet voleva coinvolgere gli utenti nel disegnare il proprio Amabie e trovare forza in questo momento di pandemia.

Da questo sono nati numerosi hashtag, come #amabiechallenge, che hanno contribuito alla sua visibilità e partecipazione di migliaia di utenti, fino a diventare un fenomeno non più relegato al solo mondo dei social media, con diversi gadget e articoli appositamente ideati.

Attualmente, lo Amabie è uno dei simboli della lotta alla pandemia del corona virus e non è inusuale trovarlo all’ingresso di negozi o in luoghi pubblici con slogan che invitano alla prevenzione (come nella foto qui sotto).

Alcuni cartelloni in una stazione che ritraggono l’Amabie come simbolo di sensibilizzazione per il COVID.

L’autore, nel creare questa opera, ha dichiarato di trasmettere un messaggio positivo di fiducia nel futuro, in cui la solidarietà tra le persone permetta di superare ogni difficoltà.


L’articolo originale (in giapponese):
https://www.yomiuri.co.jp/culture/20200818-OYT1T50269/
Le immagini: Yomiuri Shinbun, Mainichi Shinbun

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